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Dall'accademia militare di Modena al fronte della Seconda guerra mondiale: Licio Salvagno ha subìto il tremendo scossone della morte e della distruzione, della disperazione nel veder scomparire tanti suoi coetanei, come lui pieni di speranza nell'avvenire. Ma i ricordi sono lucidi e precisi e l'autore, più che un racconto dettagliato di azioni di guerra, vuole tramandare a chi non ha vissuto quei momenti l'insegnamento che è riuscito a trarre da un'esperienza drammatica e sconvolgente: gli episodi di solidarietà tra militari, l'affetto dimostratogli dai suoi soldati (Salvagno era ufficiale), la grande forza di non lasciarsi mai travolgere e sopraffare dagli eventi e la spinta a cercare sempre una via di uscita da tutte le situazioni critiche. Da questo diario personale, scritto con molta precisione, si riescono a vedere da vicino molti eventi del periodo bellico, in particolar modo le azioni del Gruppo di Combattimento Friuli.